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Is it necessary to remove submandibular glands in squamous cell carcinomas of the oral cavity?

È necessaria l’asportazione chirurgica delle ghiandole sottomandibolari nel carcinoma squamoso del cavo orale?

B. Basaran, M. Ulusan, K.S. Orhan, S. Gunes, Y. Suoglu

ENT, Department of Otolaryngology, Istanbul University, Faculty of Medicine, Turkey

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Summary

The aim of this study was to determine the frequency and the mechanism of submandibular gland (SMG) involvement in oral cavity squamous cell carcinomas (OCSCC), and to discuss the necessity of extirpation of the gland. The authors investigated and analyzed the retrospective charts of 236 patients who underwent surgery for OCSCC over a 10-year period and the pathology reports of 294 neck dissections with SMG removal. SMG involvement was evident in 13 cases (4%). Eight cases were due to direct invasion, which was the most common mechanism. Four cases had infiltration from a metastatic periglandular lymphadenopathy, and in 1 case, metastatic disease was confirmed. The tongue and floor of the mouth were the most frequent primary sites associated with SMG involvement. The study found no bilateral cases, and in 135 SMG specimens benign pathologies were detected. Involvement of the SMG in OCSCC is not frequent. It is appropriate to preserve the gland unless the primary tumour or metastatic regional lymphadenopathy is adherent to the gland.

Riassunto

Scopo del presente lavoro è di determinare la frequenza e il meccanismo patologico con cui le ghiandole sottomandibolari vengono interessate nel carcinoma squamoso del cavo orale e di discutere la necessità di asportazione chirurgica di tali strutture. Nel nostro studio retrospettivo sono state analizzate le cartelle cliniche di 236 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per carcinoma squamoso del cavo orale in un periodo di 10 anni ed in particolare i riscontri istopatologici di 294 interventi di svuotamento latero-cervicale comprensivo con asportazione della ghiandola sottomandibolare. Il coinvolgimento patologico delle ghiandole sottomandibolari risultava evidente in 13 casi (4%). In otto di questi era determinato da infiltrazione diretta, il più comune tra i meccanismi possibili. In quattro casi derivava invece da metastasi linfonodali perighiandolari. Solo in un caso si riscontrava malattia metastatica franca. Le sedi primitive associate più frequentemente ad interessamento delle ghiandole sottomandibolari risultavano essere la lingua e il pavimento orale. Non è stato riscontrato alcun caso di coinvolgimento ghiandolare bilaterale. Nei restanti 135 interventi il tessuto ghiandolare prelevato è risultato non interessato dalla malattia. Concludendo il coinvolgimento secondario delle ghiandole sottomandibolari nel carcinoma squamoso del cavo orale non è un’evenienza frequente, di conseguenza preservare tali strutture è consigliabile. Fanno eccezione tutti i casi in cui la malattia primitiva o l’eventuale metastasi linfonodale loco-regionale sia contigua alla ghiandola.