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Flap reconstruction of the hypopharynx: a defect orientated approach

Ricostruzione ipofaringea mediante lembi: approccio orientato sulla tipologia del difetto

L. Van Der Putten1, R. Spasiano2, R. De Bree1, G. Bertino2, C. René Leemans1, M. Benazzo2

1 Department of Otolaryngology/Head and Neck Surgery, VU University Medical Center, Amsterdam, The Netherlands; 2 Department of Otolaryngology/Head and Neck Surgery, University of Pavia, I.R.C.C.S. Policlinico S. Matteo, Pavia, Italy

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Summary

The present retrospective analysis evaluated the outcomes of different flap reconstructions for several hypopharyngeal defects in 136 patients who underwent hypopharyngeal reconstruction with a free or pedicled flap after excision of pharyngeal or laryngeal carcinoma. Functional and oncological outcome were the main measures. Nine patients had a type I-a hypopharyngeal defect (partial with larynx preserved), 33 type I-b (partial without larynx preserved), 85 type II (circumferential), 5 type II (extensive superior) and 4 vertical hemipharyngolaryngectomy. The flaps used to reconstruct these defects were pectoralis major (n = 34), free radial forearm (n = 25), jejunum (n = 72), pedicled latissimus dorsi (n = 2), sternocleidomastoid (n = 1), lateral thigh (n = 1) and deltopectoral (n = 1). Twelve defects (9%) needed a secondary flap reconstruction. Surgical and medical complications were seen in 29% and 8% of patients, respectively; 18% of patients developed a fistula. No difference in complication rate or admission days was found for pre-operative versus no previous radiotherapy, type of defect or free versus pedicled flap. After 12 months follow-up, 38% of patients had a tracheo-oesophageal voice prosthesis, in 82% a fully oral diet was obtained and the average body weight gain was 0.9 kg. Five-year overall and disease-specific survival rates were 35% and 49%, respectively, while local and regional control rates were 65% and 91%, respectively. Considering these results, a defect orientated approach may be helpful for deciding which flap should be used for reconstruction of the hypopharynx. An algorithm is proposed with similar functional and oncological outcomes for the different groups. The choice of flap should be based on expected morbidity and functional outcome.

Riassunto

Questo studio si pone come obiettivo la valutazione dei risultati di diverse tipologie di ricostruzione chirurgica dell’ipofaringe. A tale scopo è stata condotta un’analisi retrospettiva su 136 pazienti sottoposti a ricostruzione ipofaringea mediante lembo libero o peduncolato in seguito ad asportazione di carcinoma squamoso del faringe o della laringe. Nella casistica esaminata, 9 pazienti hanno riportato un deficit tissutale ipofaringeo di tipo I-a (difetto parziale dell’ipofaringe con preservazione laringea), in 33 pazienti il deficit è stato di tipo I-b (parziale, senza preservazione laringea), in 85 di tipo II (difetto circonferenziale), 5 pazienti hanno presentato un difetto di tipo III (superiore esteso) ed infine in altri 4 pazienti è stata praticata un’emifaringolaringectomia verticale. Nell’approccio ricostruttivo si è fatto uso di lembi di grande pettorale (n = 34), radiale libero (n = 25), digiunale (n = 72), grande dorsale peduncolato (n = 2), sternocleidomastoideo (n = 1), laterale di coscia (n = 1) e deltoideo pettorale (n = 1). In 12 casi (9%) si è reso necessario un secondo intervento ricostruttivo. Nel 29% dei casi trattati si sono presentate complicanze di tipo chirurgico e in circa l’8% complicanze di tipo medico. La presentazione di una fistola è stata riscontrata nel 18% dei pazienti trattati. Per quanto riguarda il rischio di complicanze e la durata della degenza ospedaliera, non sono state osservate significative differenze tra i pazienti sulla base della tipologia di difetto ipofaringeo, tipologia di trattamento ricostruttivo impiegato (mediante lembi liberi o peduncolati) o in relazione al fatto che fossero stati impiegati protocolli di trattamento radioterapico pre-operatoria. A distanza di 12 mesi dal trattamento, il 38% dei pazienti era portatore di protesi tracheo-esofagea, l’82% era in grado di alimentarsi per os e l’incremento ponderale medio è risultato essere pari a 0,9Kg. A cinque anni i tassi di sopravvivenza globale e specifica per malattia erano del 35% e del 49% e le percentuali di controllo locale e regionale di malattia sono risultate essere il 65% e 91% rispettivamente. In accordo con quanto osservato, sembra che un approccio chirurgico orientato sulla base del tipo di difetto ipofaringeo sia utile alla scelta del lembo da utilizzare nella ricostruzione ipofaringea. Viene quindi proposto un algoritmo in grado di offrire risultati funzionali ed oncologici simili per i diversi gruppi di pazienti. La scelta del lembo dovrebbe essere basata infatti sulla morbidità e sui risultati funzionali attesi.